In un tempo iperconnesso, in una società basata sulla performance e la visibilità, sommersi da informazioni, notizie, scoop e guru della felicità, del benessere e della ricchezza, è facile sentirsi spaesati, inadeguati e trascinati da correnti che tirano verso ogni direzione.
Chi deve ancora incamminarsi ha difficoltà a scegliere quale strada prendere e chi è già per strada rischia di perdersi. Senza una segnaletica chiara, è facile lasciarsi andare e farsi trasportare, oppure bloccarsi e non saper più fare un passo.
La vita cristiana è guidata da una persona, un uomo che ha indicato, tracciato e vissuto una strada precisa. Una vita dinamica, in cammino verso una meta che – però – non va rincorsa o raggiunta in fretta. Gesù, durante la sua salita a Gerusalemme, fa delle deviazioni, incontra le persone e fa esperienza di una itineranza costitutiva dell'essere umano.
Dio stesso è in cammino e ci indica il sentiero della vita. «Mi indicherai il sentiero della vita» non è una richiesta, una speranza, ma è una certezza per il credente che trova una guida, una bussola e un compagno di viaggio, un Dio che è «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6).
«La metafora del cammino costituisce da sempre uno dei paradigmi per descrivere l'esistenza umana».1 Solol'esperienza dell'itineranza consente all'uomo di essere, divenire e rimanere veramente tale, poiché gli permette di maturare una profonda conoscenza di sé. In questo Oratorio estivo 2024 il tema centrale sarà però il pellegrinaggio, che non è solo un camminare, ma nasconde un significato profondo.